Anatomia della Cute e del Capello

Dove nasce il capello: la cute
Prima di descrivere il capello, è fondamentale iniziare dallo studio, almeno per sommi capi, della pelle, dalla quale esso nasce e si nutre. La cute (o pelle), insieme agli annessi cutanei (ghiandole, peli e unghie) costituisce l’apparato tegumentario (dal latino tego = coprire) che riveste e protegge esternamente l’intera superficie corporea e rappresenta l’organo più esteso del corpo umano.
Spesso il suo aspetto è il primo indicatore del nostro stato di salute e, nel contatto
con gli altri, può tradire i nostri stati emotivi: pallore, rossore e sudorazione riflettono il nostro stato d’animo, senza che sia possibile controllarli.
Inoltre, essa porta i segni del nostro vissuto (si pensi alle cicatrici) e dell’invecchiamento (le
rughe). Su quasi tutta la superficie cutanea sono presenti peli di diversa lunghezza e variamente
distribuiti. In alcuni punti, tuttavia, la pelle può presentarsi glabra, ossia priva di peli.
Come si vedrà meglio tra poco, la pelle è costituita da stratificazioni di tessuti di diversa
origine (epidermide, derma e ipoderma): in alcuni punti è più morbida e sottile, in altri più
dura e spessa.
A seconda della razza, dell’età, dello stato di sanguificazione, dello spessore e del distretto cutaneo
preso in esame, può assumere colorazioni diverse. La superficie totale della pelle può variare da 1,5 a
3 metri quadrati, in relazione al sesso, alla statura e alla struttura scheletrica, rappresentando circa il
15% del peso corporeo. Per esempio, in un soggetto adulto di 70 kg, di media statura, il peso complessivo della pelle è di circa 6 kg.
La cute si presenta in maniera disomogenea e irregolare, assumendo caratteristiche particolari date dalla presenza di pori, solchi, pieghe e rughe variabili a seconda della porzione
in cui sono presenti.
I pori (o orifizi) sono minuscole cavità cutanee corrispondenti agli sbocchi degli osti follicolari (visibili ad occhio nudo), delle ghiandole sudoripare e sebacee (non visibili).
  •  I solchi, che possiamo trovare sul palmo delle mani e sulla pianta del piede, possono essere divisi in superficiali e profondi. Quelli superficiali corrispondono alle sottili creste che troviamo sui polpastrelli chiamate dermatoglifi.

L’impronta lasciata dai dermatoglifi è un'impronta digitale che varia da individuo a individuo. I solchi
più profondi li troviamo, invece, sul palmo delle mani sotto forma di reticolo.
  •  Le pieghe possono essere strutturali o derivare dall’effetto dato dal movimento articolare.
  •  Le rughe, che possono essere di espressione o fenomeno della senescenza della pelle, si presentano sottili o profonde e determinate dalla mancata elasticità dei tessuti epidermici.
Lo spessore medio della pelle è di circa 0,5 cm, ma, come già accennato, esso varia notevolmente a seconda dell’area corporea presa in considerazione: dai 4 mm della nuca può assottigliarsi sino a 0,5 mm delle palpebre. Inoltre, lo spessore varia molto anche in relazione al sesso, all’età e alle abitudini professionali.
Il colore della pelle è dovuto essenzialmente alla quantità di melanina presente.
La melanina è il pigmento che conferisce alla pelle il suo caratteristico colore; la sua produzione aumenta quando la pelle si trova esposta per tempi prolungati alla luce solare, ed è responsabile del fenomeno dell’abbronzatura, una difesa naturale della pelle.
Si conoscono due tipologie di melanina: la pheomelanina, che si presenta con sfumature dal giallo al rosso, e l’eumelanina, che va dal marrone al nero.
Sia il tipo, sia la quantità di melanina si tramandano geneticamente: per questo le popolazioni caucasiche sono bianche, quelle negroidi sono nere e quelle asiatiche sono gialle. Naturalmente vi sono altri elementi secondari che concorrono a determinare il colorito della pelle, che è specifico per ogni individuo: dall’irrorazione sanguigna allo spessore cutaneo, dal sesso all’età, dallo stato di salute alle abitudini professionali.
La pelle inoltre è caratterizzata dall’elasticità, perché deve essere in grado di adattarsi ai continui movimenti e cambiamenti di postura, oltre che al processo di crescita del corpo. Infine, la pelle è leggermente acida poiché il suo pH ha un valore medio di 5,5. Come si vedrà più avanti, quindi, occorre fare attenzione a non alterare questo equilibrio attraverso cosmetici o shampoo troppo aggressivi, perché l’acidità è essenziale per inibire la crescita di batteri patogeni, proteggendo
dalle infezioni.

La struttura della pelle
La cute è divisa in tre strati:
  • epidermide
  • derma;
  • ipoderma.
L’epidermide
È la parte più superficiale ed esterna della pelle e ha origine dal processo di stratificazione dei cheratinociti, cellule di cui è formata quasi interamente, che progressivamente migrano verso la superficie cutanea attraverso il processo di cheratinizzazione. Le altre cellule presenti sono:
  •  i melanociti, allocati nello strato più profondo dell’epidermide, sintetizzano il pigmento della melanina che svolge una funzione protettiva dai raggi UV; 
  •  le cellule di Langerhans, svolgono una funzione immunologica negli spazi intercellulari tra lo strato basale e spinoso;
  •  le cellule di Merkel, con funzione di recettori tattili, sono situate nello strato basale e aderiscono ai cheratinociti attraverso i desmosomi (giuntori cellulari).
Le modifiche cellulari che progressivamente si susseguono portano alla caratterizzazione
dei cinque strati epidermici che, partendo dal più esterno, sono:
  • strato corneo;
  • strato lucido;
  • strato granuloso;
  • strato spinoso;
  • strato basale.
Lo strato corneo è quello più superficiale ed è a sua volta stratificato in due fasce più o meno compatte, poste orizzontalmente, immerse in sostanze lipidiche che vengono liberate dai corpi di Odland tra lo strato corneo e quello granuloso.
Lo strato lucido è presente solo in sede palmo-plantare e presenta cheratinociti privi di nucleo e organuli. Lo strato granuloso è composto da cellule appiattite di cheratinociti contenenti,
all’interno del citoplasma, granuli di cheratoialina (da cui deriva il nome). Lo strato spinoso è composto da cellule unite tra loro da ponti che assumono la forma di “spine” da cui prende il nome lo strato. Il meccanismo di giunzione di queste cellule è dato dai desmosomi. All’interno delle cellule che compongono lo strato spinoso dell’epidermide sono presenti:
  •  i melanosomi, ricchi di melanina;
  •  l’involucrina, proteina contenente alte percentuali di cisteina, precursore della cheratina;
  •  i corpi di Odland, secretori di lipidi che colmano lo spazio tra lo strato spinoso e quello granuloso.
Lo strato basale è così chiamato in quanto le cellule poggiano sulla membrana cellulare tramite emidesmosomi (punti di giunzione tra cellule), moltiplicandosi per mitosi. Le cellule basali spingono verso l’alto il resto delle cellule andando a completare il processo di cheratinizzazione.

Il derma
È lo strato sottostante l’epidermide. È un tessuto altamente vascolarizzato in cui sono presenti fibroblasti (che producono fibre reticolari), fibre collagene ed elastiche (che conferiscono sostegno, elasticità e morbidezza al tessuto) e la sostanza fondamentale (di consistenza gelatinosa, formata da sali e acqua, nella quale le cellule sono immerse).
Il confine tra epidermide e derma appare come una linea regolarmente ondulata (membrana basale) ricca di particolari glicoproteine (laminina e fibrometina), molto importanti nei processi cicatriziali.
Nel derma si distinguono due strati:
  •  papillare, è la porzione più superficiale del derma formata da un tessuto connettivo più fluido e ricco di sostanza intercellulare;
  •  reticolare, è ricca di componente fibrosa che ha funzione di sostegno del derma.
Nel derma sono presenti due plessi vascolari (superficiale e profondo) che hanno la funzione di nutrire la cute e mantenere costante la temperatura corporea.
Inoltre, un ricco sistema di fibre nervose sensoriali attraversa la cute, rendendola sensibile a stimoli tattili e dolorifici.

L’ipoderma
È lo strato più profondo della cute, posto tra la fascia muscolare e il derma e composto in gran parte da fibre contenenti adipociti, che sono cellule deputate alla sintesi dei trigliceridi in essi contenuti. L’ipoderma svolge funzione termoregolatrice attraverso la trasformazione dei lipidi in acidi grassi. La sua elasticità e resistenza fanno sì che svolga una funzione di protezione meccanica.

Gli annessi cutanei
La struttura della pelle è variabile da individuo a individuo, in base all’età, al sesso, al sistema nutrizionale, ai cambiamenti ormonali e alla regione del corpo presa in esame. Tutte le parti però sono accomunate dall’essere sede di un’infinità di piccoli organi, gli annessi cutanei (ghiandole sebacee, ghiandole sudoripare, ghiandole mammarie, peli, unghie, ecc.), cioè tutte quelle strutture anatomiche associate alla cute e distribuite nel suo spessore. Le ghiandole sebacee secernono il sebo, che rende elastico e impermeabile il derma (uno scarso funzionamento di queste ghiandole avvizzisce
la pelle anzitempo, mentre un eccesso di secrezione è causa della seborrea grassa); le ghiandole sudoripare hanno la funzione di regolare con l’evaporazione il calore della corpo e di eliminare le sostanze tossiche dall’organismo;
i nervi tattili la cui contrazione dà al viso mobilità espressiva, regolano il movimento della fronte, delle palpebre, ecc. e comunicano al cervello le sensazioni (caldo, freddo, dolore, ecc.); i vasi sanguigni e i capillari irrorano il viso e sono così fini che gli elementi attivi del sangue li
attraversano per nutrire i tessuti adiacenti.
Attraverso i pori, che sono il termine dei canali ghiandolari, la pelle assorbe le sostanze nutritive (ossigeno, vitamine, luce, ormoni) indispensabili per un perfetto funzionamento. La respirazione della pelle è importante quanto quella polmonare: serve ad attivare la formazione continua delle ghiandole giovani destinate a sostituire le cellule dell’epidermide, che si desquamano continuamente.
La qualità della pelle differisce da persona a persona. Può essere normale, secca, grassa o sensibile, a seconda dell’età, della razza, del clima, ecc.
Solitamente la pelle è normale, ma a volte le ghiandole sottocutanee difettano nel funzionamento: se secernono poco sebo, si ha la pelle secca e questa, per mancanza di elasticità, si desquama; se invece il sebo è in eccesso, sulla pelle si manifesta la seborrea grassa, che conferisce eccessiva lucidità
a tutta la pelle (detta, appunto, grassa): naso, fronte e mento sono cosparsi da comedoni. Infine, la pelle può essere sensibile (tipico dei neonati); finissima e trasparente, su cui possono comparire gravi “couperose”, ossia arrossamenti violacei di naso e guance.

Il cuoio capelluto
Il cuoio capelluto è una regione anatomica del corpo umano che si estende dalla fronte alla nuca e presenta un numero elevatissimo di follicoli piliferi. Pur essendo in continuità con la cute, se ne differenzia per alcune caratteristiche strutturali e funzionali; esso è infatti molto elastico e resistente e presenta un pH più acido di quello del resto della cute, compreso tra i 4,2 e i 5,6.
Il cuoio capelluto si compone di tre strati, tra loro connessi:
  •  cute;
  •  sottocute;
  •  muscolo emicranico.
Il muscolo emicranico è dotato di una fascia fibrosa (detta galea capitis) di tessuto connettivale che avvolge il periostio cranico, l’osso cranico, separandolo dalla cute.
La galea capitis, grazie alla sua componente fibrosa, rappresenta lo strato più consistente e resistente del cuoio capelluto.
Nel cuoio capelluto troviamo numerose ghiandole sebacee, annesse a ogni follicolo pilifero, e ghiandole sudoripare. Le ghiandole sebacee, come abbiamo già visto, producono il sebo che, unitamente ad altri lipidi, al sudore proveniente dalle ghiandole sudoripare e alla fisiologica perdita idrica di acqua dell’individuo, forma il mantello idro-lipidico. In condizioni di normalità, il mantello idro-lipidico garantisce il corretto equilibrio della pelle, creando una sorta di pellicola protettiva che
impedisce alle sostanze esterne nocive di penetrare all’interno della cute.

Morfologia e struttura del capello
Tra gli annessi cutanei, oltre alle unghie e alle varie ghiandole troviamo anche i peli, che assumono una morfologia e una denominazione diversa a seconda delle zone corporee. Quelli che si sviluppano sul cuoio capelluto, cioè nell’area cutanea che avvolge la scatola cranica, sono definiti capelli (ossia, peli del capo).
Di seguito si analizzano le caratteristiche della parte nascosta del capello (radice) e della sua parte visibile (stelo). L’obiettivo finale è di conoscerne le peculiarità fondamentali che possono aiutare l’acconciatore nella scelta del prodotto colorante più adeguato alle diverse tipologie di capelli, personalizzando la tecnica di colorazione, al fine di raggiungere la massima soddisfazione del cliente.
Dal punto di vista morfologico, i peli differiscono a seconda delle regioni corporee:
a seconda che si tratti di capelli, di peli della barba o di peli ascellari, variano per forma, diametro e lunghezza, anche perché subiscono una diversa influenza ormonale.
Inoltre, come si è già visto per quanto riguarda la pelle, esistono differenze anche a livello di razze umane: quella asiatica è la meno pelosa, caratterizzata da capelli lisci, ma con diametro più grosso; quella caucasica è la più pelosa, i capelli possono assumere varie conformazioni e il diametro è intermedio; quella negroide, infine, si colloca a metà strada per quantità di peli, che sono per lo più arricciati, ma il diametro è il più sottile. Nella razza umana, peli e capelli, se hanno perso la primaria
funzione che caratterizza ancora oggi la pelliccia dei mammiferi, hanno conservato proprietà sul piano sociale, sessuale e psicologico, soprattutto per i peli che ricoprono il cuoio capelluto, i capelli.
La capigliatura, nel suo insieme, è costituita da circa 100-150 mila capelli con diametro di 7 micromillimetri.
Questo diametro, oltre a variare, come abbiamo accennato sopra, a seconda del tipo di popolazione,
varia anche con l’età: nel bambino il capello è sottile, nell’adulto si irrobustisce e nell’anziano
torna ad assottigliarsi.
Ai peli (e quindi anche ai capelli) sono annessi altri organi e per questo si parla più propriamente di
apparato o follicolo pilo-sebaceo che comprende la ghiandola sebacea e il muscolo pilo-erettore (in alcune zone del corpo è presente anche la ghiandola sudoripara apocrifa).

La struttura interna del capello
Il capello è una produzione cornea filiforme, che ha origine da una struttura complessa, detta follicolo pilifero, un’invaginazione epidermica che si trova sotto il cuoio capelluto.
Il follicolo pilifero è appunto una “sacca” che racchiude il capello, posta nella parte più profonda
del derma con una inclinazione obliqua di 75° rispetto alla superficie cutanea.
Partendo dalla superficie cutanea, nel follicolo si distinguono:
  •  l’ostio follicolare, che si trova sulla superficie cutanea;
  •  il colletto, in corrispondenza del quale sbocca la ghiandola sebacea secernente il sebo;
  •  l’infundibolo, tra ostio e colletto;
  •  l’istmo, nella parte intermedia, fra colletto e attacco inferiore del muscolo erettore del pelo;
  •  la papilla, costituita da vasi sanguigni, linfatici e innervazione, nutre e controlla le cellule della matrice dalle quali ha origine il capello. Il follicolo pilifero è circondato da una guaina composta da fibre di collagene con pochi fibroblasti e capillari. Nella parte inferiore ci sono varie fibre nervose. La presenza di terminazioni nervose dimostra la sensibilità cutanea, specie agli  stimoli meccanici.
I peli, e quindi i capelli relativamente al cuoio capelluto, si possono suddividere in tre parti:
1. una esterna al follicolo, visibile, detta fusto, che costituisce la parte morta del capello;
2. una interna al follicolo stesso, detta radice, inserita nel derma;
3. una situata nella parte più profonda del follicolo, detta bulbo, che contiene due/tre file di cellule sovrapposte chiamate matrice.
La matrice, raccogliendo nutrimento e ossigeno dai vasi sanguigni, inizia a formare delle cellule (le uniche cellule germinative) le quali spingono verso l’alto quelle nate in precedenza. Durante la risalita, le cellule elaborano nel loro interno una proteina, la cheratina, diventando progressivamente
sempre più rigide (processo di cheratinizzazione).
Alcune di queste cellule, cheratizzandosi, fasciano il capello a spirale, costituendo la guaina epiteliale interna.
Tale guaina ha inizio all’altezza del bulbo: la sua lunghezza ci indica la profondità del bulbo nella cute.
La guaina epiteliale interna è costituita dalla cuticola della guaina (cellule piatte su un’unica fila), dallo strato di Huxley (formato da cellule che ripropongono lo strato lucido dell’epidermide) e dallo strato di Henle (formato da cellule che ripropongono lo strato granuloso dell’epidermide).
Compito della guaina interna (che si cheratinizza prima di tutti gli altri strati interni) è quello di dare forma cilindrica al fusto, tenendolo così avvolto sino a quando verrà lubrificato dal sebo proveniente dalla ghiandola sebacea che si immette all’altezza del colletto follicolare.
La guaina epiteliale esterna della radice, invece, è in continuità con l’epidermide e ne è simile nella struttura: avvolge il follicolo per tutta la sua lunghezza, ma non circonda la parte inferiore del bulbo e inizia all’altezza del dotto della ghiandola sebacea.
La guaina epiteliale esterna è costituita da strato malpighiano, strato basale e membrana basale. Le sue cellule contengono abbondanti granuli di glicogeno.
Nell’angolo formato tra il follicolo e la superficie cutanea si trova il muscolo erettore del pelo formato da fibrocellule muscolari lisce.
Il muscolo erettore è innervato da fibre simpatiche. La sua contrazione, oltre a provocare la orripilazione (fenomeno per cui avviene l’erezione del pelo) contribuisce alla fuoriuscita del sebo dalle ghiandole per compressione.
La ghiandola sebacea è posta lateralmente al follicolo pilifero e ha il compito di produrre il sebo. Il dotto escretore della ghiandola sebacea si apre nella parte superiore del follicolo in modo da lubrificare il capello prima ancora che quest’ultimo appaia sulla superficie cutanea.

La struttura esterna del capello
La struttura esterna del capello può essere suddivisa in tre parti:
  •  la cuticola (all’esterno del capello);
  •  la corteccia (che rappresenta la struttura basilare);
  •  il midollo (la parte centrale).

  • Cuticola, è lo strato più esterno, formato da cellule trasparenti e sottili (spessore 0,2/0,5 micron). La cuticola protegge l’integrità del capello, ma essendo esposta all’esterno è la prima a essere danneggiata dagli agenti ambientali. L’eccessiva esposizione a sostanze aggressive, shampoo inadeguati, permanenti, spazzolature continue, per fare alcuni esempi, tendono a rovinare la cuticola mettendo a repentaglio la salute dei capelli.
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  • Corteccia, si trova al di sotto della cuticola e costituisce lo strato più spesso del capello (fusto), determinandone forma e consistenza. Un fascio di macrofibrille, disposte verticalmente in file parallele, contengono pigmenti colorati, la melanina, che conferisce colore ai capelli. Questi pigmenti si riducono numericamente con l’avanzare dell’età dando luogo al processo di incanutimento, per il quale i capelli diventano bianchi.
    Quando utilizziamo prodotti per cambiare il colore dei capelli o decolorarli, quando li ossigeniamo o utilizziamo permanenti, shampoo o detergenti per capelli alcalini, i capelli subiscono modifiche chimiche al livello della corteccia (alterazioni corticali), ed è qui che avviene la mutazione del colore, dato che la cuticola, lo strato più esterno e privo di melanina, è trasparente per natura. A questo punto, se i capelli venissero esaminati (test del capello) con un microscopio a forte ingrandimento, presenterebbero danni evidenti su tutta la struttura e in particolare al livello della cuticola. Capelli prelevati da un qualunque punto del cuoio capelluto potrebbero facilmente risultare del tutto privi di cuticola, scomparsa sotto l’effetto di agenti chimici dannosi. Insomma non sarebbero già più capelli sani. Problemi di doppie punte e capelli sfibrati, sono piuttosto diffusi; in questi casi occorre intervenire con trattamenti tricologici mirati a rinforzare i capelli sia a livello cuticolare, che corticale.
  • Midollo, risiede nella parte più interna del fusto ed è formato da cellule piuttosto arrotondate, disposte in colonne, generalmente separate da cuscinetti d’aria con la funzione di proteggere il capello dal freddo.
  • Composizione chimica del capello, Peli e Capelli sono fibre di natura proteica, ricca di aminoacidi solforati quali la cisteina e la cistina. Il apello è principalmente costituito da cheratina, lipidi, minerali e pigmenti, oltre che da acqua. L'analisi elementare del capello fornisce all'incirca la seguente composizione percentuale: carbonio 45%, ossigeno 28%, azoto 15%, idrogeno 7% e zolfo 5%. La proteina fondamentale che costituisce il pelo e il capello è la cheratina.
  • La Cheratina, la sua caratteristica struttura-funzione, viene definita fibrosa. Le proteine fibrose che costituiscono il capello svolgono funzioni generalmente biomeccaniche e sono simili a quelle presenti nelle unghie, ma anche nelle corna, negli zoccoli, nelle penne e nelle pinne degli animali e nella corteccia delle piante. Nello specifico la cheratina presenta 18 aminoacidi, ovvero; cistina, lisina, serina, acido glutammico, arginina, acido aspartico, prolina, glicina, valina, leucina, isoleucina, triptofano, treonina, fenilalanina, istidina, alanina, metionina.
  • Melanina La melanina, distribuita nei peli in forma granulare, è il pigmento che definisce il colore dei capelli e della pelle. I melanociti sintetizzano due differenti tipi di melanina: l’eumelanina (marrone-nera) e la feomelanina (rossastra). La prima si trova nei capelli scuri, mentre la seconda nei capelli biondi e rossi. Tutta la gamma di colori dei capelli umani risulta da una diversa combinazione di questi due tipi di melanina. I pigmenti colorati, siano essi eumelanina o feomelanina, sono insolubili in acqua, ma solubili negli acidi forti e decolorabili con acqua ossigenata.
    I capelli che diventano bianchi o grigi sono il risultato della progressiva riduzione di attività da parte dei melanociti. Dunque, mentre la cheratina ha il compito di rinforzare e dare corpo ai capelli, la melanina è responsabile del loro colore.

      
     I lipidi cutanei, in particolare quelli che ritroviamo sulla cute dei capelli o cuoio capelluto, sono formati per il 75% da lipidi prodotti da ghiandole sebacee e per il restante 25% da lipidi di provenienza epidermica. I lipidi presenti nei capelli sono in massima parte derivati da quelli del sebo. All’origine i lipidi contenuti nel sebo contengono: trigliceridi, cere, squalene e steroli, ma all’interno dei follicoli piliferi vengono contaminati da cellule cornee, acqua, digliceridi, monogliceridi e acidi grassi liberi.
  • Il sebo, attraverso i lipidi che lo compongono, protegge e lubrifica sia il cuoio capelluto che i capelli. Quando le ghiandole sebacee non ne producono a sufficienza si verifica un problema di asteatosi o cute secca dei capelli. All’opposto, quando viene prodotto sebo in eccesso, bisogna fare i conti con cute grassa e, sovente, capelli grassi.

  
IL CICLO VITALE DEI CAPELLI
a) Anagen: la matrice produce le cellule che costituiscono il capello permettendogli di risalire lungo le pareti del follicolo. Questa fase dura da tre a cinque anni, ma nelle donne spesso fino a sette, e questo spiega perché alcune donne possono avere capelli molto lunghi (un centimetro al mese per sette anni significano più di ottanta centimetri!). Una capigliatura sana è costituita per l'82-90% dei casi da capelli in questa fase.
b) Catagen: in seguito ad un segnale ormonale o chimico (la questione è ancora oggi dibattuta) il follicolo entra in una fase di "riposo", in cui le cellule non si riproducono più. Il capello rimane nel cuoio capelluto, ma non cade né cresce. Questa fase dura un paio di settimane. Circa l'1% dei capelli è in questa fase.

c) Telogen: si interrompe ogni attività produttiva e il capello è trattenuto unicamente dalle pareti del follicolo. Dall'ingresso in fase telogen alla caduta vera e propria potrebbero passare anche 4 mesi. In fase telogen si trova sempre almeno il 10-18% dei capelli presenti sul cuoio capelluto sano.